Da Libertà del 19 giugno 2003
CASTELSANGIOVANNI – La personale dell’artista aperta fino a sabato.
Medium is message, il medium è messaggio. Tutto quello che viviamo esiste se riprodotto, così di medium in medium svuotiamo la realtà e viviamo nell’allucinazione estetica del reale. E’ questa una riflessione che ci è proposta visitando l’esposizione personale di pittura dell’artista castellano Roberto Goldoni, aperta fino al 21 giugno nel fabbricato di via I maggio che anni or sono ospitava l’Eliseo, storico locale pubblico di Castelsangiovanni. La mostra presenta al pubblico il risultato di due anni di ricerca e lo sviluppo di un percorso artistico sul tema della moda intrapreso da Goldoni, con la personale allestita nel 2001 in un negozio di abbigliamento nel centro storico di Piacenza.
<<La moda mi interessa come sistema, per l’apparato comunicativo che possiede. I confini tra i diversi linguaggi sono ormai labili e tra installazione, pittura e moda interviene un continuo rimescolarsi di tutto>>.
L’esposizione di Roberto Goldoni, divisa in due sezioni, comprende quindici opere di pittura e un’idea “diversa”(in collaborazione con Marco Campelli), che potremmo definire uno studio murale e visivo sul mondo comunicativo pubblicitario.
In questa sezione si ripete per il visitatore l’ordinario rito del consumo, esattamente come quando egli sfoglia una rivista di fashion.
<<Nelle pubblicità della carta patinata – spiega Goldoni –la parola scritta è inerme e il fruitore riceve una comunicazione unidirezionale, che punta non solo al prodotto, ma ad un modello più generale. Cade l’attenzione verso i contenuti: la saturazione è ormai traboccante, poiché tutto può essere inserito al suo interno senza ostacoli>>.
<<La moda diventa modello – prosegue il pittore – perché svincola tutto da quello che è realtà, libera i segni, si permette di investire in violenza e offre immagini pure senza alcun riferimento. La moda è ludica: siamo di fronte ad una comunicazione brutale>>.
La mostra di Goldoni presenta quadri che derivano da fotografie scattate alle vetrine degli show-room milanesi nel corso degli ultimi due anni.
Gli oggetti raffigurati appartengono a quel mondo, ma diventano simulacri, eredità di una civiltà scomparsa, assumendo modulazioni diverse in relazione ai linguaggi utilizzati.
Le opere di questa mostra, che per l’autore rappresentano un diario, non sono di comunicazione immediata: la lentezza adottata dall’artista in fase di esecuzione si riserva puntuale nella lettura. E’ l’esatto contrario della foto pubblicitaria. Goldoni guarda ad un’idea di quadro intesa in modo tradizionale, frutto di un lavoro lento che si carica poco alla volta.
Egli mette in atto nelle sue opere un eclettico uso dei linguaggi pittorici, un accurato campionamento di stli già noti, in stretta aderenza con quanto deve trasmettere.
L’allestimento risulta molto dilatato, con l’eloquente scelta di collocare pochi quadri rispetto al grande spazio a disposizione nel tentativo di spiazzare in modo deciso il visitatore. Nasce da sé l’invito ad un confronto diretto e personale con i quadri di Roberto Goldoni e con le sollecitazioni mentali naturalmente contenute in un complesso lavoro di ricerca artistica, sociale e letteraria.
Roberto Goldoni, classe 1971, ha compiuto gli studi all’Accademia di Brera di Milano, dove si è laureato nel 1995 con indirizzo pittorico, discutendo una tesi su Alberto Burri. Tra le principali esposizioni si ricordano le personali a Palazzo Farnese nell’estate del 1999 e a rivergaro nell’aprile 2000, nonché la partecipazione a diverse collettive tra cui “Arte in contemporanea” lo scorso Ottobre a Modena. Goldoni risiede e lavora a Castelsangiovanni.